Cari colleghi,
credo sia opportuno fare il punto della situazione in merito alla riforma delle professioni, alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane.
Il D.L. 13 agosto 2011 n. 138 aveva introdotto alcuni importanti principi desunti dalla Direttiva Europea:
– formazione continua
– tirocinio
– compenso al professionista secondo le tariffe professionali
– assicurazione obbligatoria per garantire il committente
– pubblicità
– separazione delle funzioni amministrative da quelle di controllo disciplinare degli Ordini Provinciali.
Il Consiglio Nazionale aveva subito avviato un tavolo di consultazione presso il Ministero della Giustizia, accogliendo con cauto ottimismo il decreto perché sembrava restituire alle professioni un ruolo centrale nello sviluppo del Paese.
La legge di Stabilità 2012 avrebbe dovuto confermare ed eventualmente rafforzare i principi sopra elencati, ma nell’accelerazione dovuta alla crisi della borsa e all’andamento dello “spread” dei titoli obbligazionari italiani il Governo ha riunito il tavolo tecnico interministeriale per scrivere in due giorni il testo definitivo.
La conversione in legge del decreto ha così apportato due modifiche sostanziali che ne trasformano profondamente gli obiettivi:
– è stato eliminato il riferimento alle tariffe professionali per la pattuizione degli onorari.
– un nuovo articolo consente la costituzione di società professionali con partecipazione di soci di capitali senza limiti né di quote né di funzioni;
Il Governo Monti ha già comunicato di voler intervenire sulle professioni e il Consiglio Nazionale si è messo a disposizione per contribuire allo sviluppo del nostro Paese, chiedendo però la modifica della Legge di Stabilità.
Sarà importante intervenire in maniera decisa per proporre al Governo una riforma condivisa con le altre professioni. E’ necessario chiarire che non abbiamo privilegi da difendere, ma che intendiamo tutelare la nostra autonomia, etica e libertà.